Monete da investimento, quali scegliere

Monete da investimento, quali scegliere

Le monete da investimento sono contenute all’interno dell’apposita lista stilata da una specifica Commissione Ue e che viene aggiornata ogni anno. Si tratta di un documento importante, perché permette di conoscere quali siano i pezzi equiparati all’oro da investimento e che quindi sono commercializzabili in esenzione dall’Iva. L’esenzione riguarda tutte le transazioni commerciali che hanno come oggetto l’oro da investimento, sotto forma di lingotti o placchette con una purezza di almeno il 99,5% e le monete: di conseguenza vale sia per le compravendite in tutto il territorio comunitario che per le importazioni dall’estero.

Ogni anno l’elenco viene pubblicato all’interno della Guue e viene stilato seguendo le indicazioni degli Stati facente parte dell’Unione Europea, soprattutto per quanto riguarda l’esenzione dall’Iva.

Le monete d’oro italiane sono otto, per la precisione quelle da 50 e 20 euro e quelle da 10, 5, 40, 80, 20 e 100 lire.

Le monete assimilate all’oro da investimento devono possedere alcuni requisiti fondamentali: innanzitutto hanno un contenuto di metallo aureo di almeno il 90% (si parla quindi di un titolo minimo di 900 millesimi); inoltre devono aver avuto, oppure avere ancora, corso legale nel Paese in cui sono state coniate. La data di conio deve essere comunque successiva al 1800: infatti questi pezzi devono avere un valore per l’oro contenuto e non dal punto di vista numismatico e/o storico. Infine il loro prezzo di vendita normale non deve superare l’80% del valore che la quantità d’oro contenuta ha sul mercato libero del settore. Anche se sono comprese nella lista stilata dalla Commissione Europea, le monete d’oro con un titolo inferiore ai 900 millesimi non possono essere esenti dall’Iva.

Quando si decide di investire in monete d’oro bisogna tenere a mente che l’obiettivo dell’acquisto non è a fini collezionistici, ma speculativi: di conseguenza si possono sfruttare gli effetti dello spread sul mercato e sull’economia in generale. Di conseguenza si rivendono i pezzi quando la domanda è notevolmente aumentata.

Un modo per investire in modo intelligente nelle monete in oro è puntare sugli esemplari che hanno una notevole domanda. Infatti il valore delle diverse monete non è sempre uguale nel corso del tempo (può crescere e diminuire in base alla quotazione dell’oro e della legge della domanda e dell’offerta) e non tutti i pezzi sono valutati allo stesso modo. Ad esempio, fino a poco tempo fa i pezzi appartenenti alla serie Marianne Coq 1899 non erano ritenuti da investimento, tuttavia l’aumento della domanda ha portato a una maggiore valutazione di queste monete.

Quando si decide di comprare delle monete d’oro, bisogna quindi ricordare che non ne esistono di cattive oppure pessime, ma alcune che sono più richieste e quindi con un valore più alto. Di conseguenza questo fatto rende più facile rivendere gli esemplari al momento giusto realizzando un buon guadagno. Le monete d’oro maggiormente apprezzate sono, tra quelle italiane, le Marengo coniate durante il Regno d’Italia (soprattutto le Umberto I e le Vittorio Emanuele II e III).

Tra quelle coniate all’estero sono molto richieste le Krugerrand, i Pesos e ovviamente le Sterline: si tratta di esemplari che hanno sempre un notevole mercato e quindi facilmente rivendibili. Inoltre capita spesso che il loro valore aumenti nel corso degli anni. Altri pezzi da investimento molto diffuse sono la Vera Valor, le Panda cinesi, le Eagle statunitensi e le Nuggets.

Rispetto ai lingotti d’oro le monete rappresentano una forma di investimento più pratica: infatti si possono conservare e trasportare facilmente, tanto che una scatola di fiammiferi può contenere decine di pezzi. Al tempo stesso non devono essere sottoposti a valutazione del metallo (chiamata saggio) ogni volta che escono dal circuito commerciale del settore: ciò significa che non è obbligatorio conservarle in una cassetta blindata in banca.

Si possono conservare nella propria cassaforte in casa e rivendere a un operatore professionale, a una società specializzata oppure a un altro privato semplicemente fornendo la documentazione che certifica l’originalità e il titolo del pezzo.

Una valutazione di conferma da parte di un esperto serve per conferma, ma non è necessario saggiare il metallo per assicurarsi del reale valore della moneta preziosa.