La Brexit sarà solo una piccola sbandata per il Regno Unito

La Brexit si rivelerà poco più di una piccola sbandata nella strada in salita dell’economia del Regno Unito nel corso del lungo periodo, e il paese riuscirà a difendere con successo il suo posto come una delle economie a più rapida crescita tra quelle sviluppate, secondo le previsioni pubblicate in una nuovo studio di PricewaterhouseCoopers, società di servizi professionali, che ha reso noto un rapporto che conferma come il Regno Unito perderà un solo posto (dal 9° al 10°) nella classifica del potere d’acquisto globale (PPP) entro il 2050.

Fonte rapporto

PwC prevede anche che il Regno Unito scenderà dal 5° al 9° posto in termini di PIL non rettificato, ma che nonostante tutto sarà l’economia a più rapida crescita tra quelle del “G7”. Dopo un anno di gravi shock politici con il voto in favore del Brexit e l’elezione del presidente Trump, sembra che le cose per l’economia britannica si mettano bene.

Attenzione però: il paese, secondo lo studio, ha una proiezione di crescita a lungo termine relativamente positiva grazie soprattutto a dei fattori demografici favorevoli e ad un’economia relativamente flessibile per gli standard europei, ed è proprio grazie ad essa che riuscirà ad emergere.

Dopo il 2020, la crescita del Regno Unito dovrebbe tornare alla sua tendenza di lungo termine, come determinato dai fondamentali del lavoro legati alla crescita dell’età della popolazione, agli investimenti in capitale umano e fisico, e al progresso tecnologico.

Le previsioni di PwC arrivano pochi giorni dopo che la Banca d’Inghilterra ha alzato drasticamente le previsioni di crescita del PIL britannico per il 2017, portandolo al 2 per cento, da 1,4 per cento previsto lo scorso mese di novembre. Tuttavia, la Banca con sede a Londra prevede un rallentamento della crescita, con il PIL che dovrebbe espandersi del 1,6 per cento e del 1,7 per cento nel 2018 e nel 2019.

In generale, la situazione in Europa non sarà rosea: a livello di PIL mondiale, l’UE potrebbe scendere al di sotto del 10 per cento entro il 2050, con la Francia che uscirà fuori dalla top 10 e l’Italia fuori dalla top 20.

Le economie emergenti offrono grandi opportunità per le imprese e, per avere successo domani, occorre pensarci oggi: non espandersi in questi mercati significa rinunciare a gran parte della crescita economica che ci si aspetterà di vedere nell’economia mondiale entro il 2050.

Per avere successo, le aziende avranno bisogno di adottare strategie con il giusto mix di flessibilità e pazienza per superare la volatilità economica e politica di breve termine, una caratteristica normale dei mercati emergenti che stanno maturando.

Come sfruttare la Brexit, a questo punto? Gli investitori e non dovranno riuscire a trovare un modo per sfruttare a proprio favore la Brexit. Chi ha rapporti d’affari con l’Inghilterra, potrebbe trarre beneficio, già oggi, di una sterlina debole, mentre chi investe potrebbe invece trovare giovamento dai movimenti della valuta britannica contro le altre. In entrambi i casi potrebbe interessare capire il futuro rapporto tra euro e sterlina (qui la fonte).

Il Regno Unito, dunque, non regredirà, come alcuni disfattisti avevano pensato, ma anzi continuerà, secondo ogni previsione, ad essere una nazione all’avanguardia. E se il popolo britannico e Theresa May avessero ragione circa l’abbandonare la nave UE?