Come avviare una start up in Italia

Come avviare una start up in Italia

Avviare una start up in Italia è un’impresa fattibile a patto di avere una buona e valida idea e conoscere tutte le informazioni utili a sostenere il progetto, in primis naturalmente dal punto di vista economico. Forse non tutti sanno, tuttavia, che per avviare una start up non è sempre necessario poter contare su fondi molto cospicui. E’ possibile infatti trovare i finanziamenti necessari oltre che poter contare su agevolazioni fiscali nel caso di start up innovative. Facciamo però un passo indietro. Cos’è una start up e come è possibile accedere a tutti i vantaggi previsti per le start up innovative?

Innanzitutto, la legge di riferimento per la start up innovativa è la numero 221/2012. Si tratta di società di capitali, residenti in Italia o in un paese estero, che abbiano però almeno una sede o una filiale distaccata nel nostro paese, e che hanno come obiettivo primario quello di sviluppare o mettere in commercio prodotti o servizi innovativi dal punto di vista tecnologico. Per fare un esempio pratico: una società residente in Italia che desideri sviluppare una nuova app per cellulari può costituire una start up innovativa e dunque accedere a tutte le agevolazioni fiscali, previste già per il 2016.

START UP INNOVATIVE: LE AGEVOLAZIONI FISCALI

Quali sono questi vantaggi? Tra i tanti è possibile usufruire di facilitazioni burocratici e fiscali; equity crowdfunding; gestione societaria flessibile; piani di incentivazione legati anche all’investimento e molto altro ancora. Tutte le agevolazioni però hanno una durata massima di 5 anni, un po’ come accade anche per chi usufruisce del regime fiscale di vantaggio (minimi o forfettario).

La start up innovativa, dunque, in base alle agevolazioni previste, potrà essere esonerata dal pagamento dell’imposta di bollo, previsto per tutte le operazioni effettuate nei confronti del Registro delle Imprese. Lo stesso vale anche per il pagamento del diritto annuale verso la Camera di Commercio. Inoltre la start up potrà assumere in modalità flessibile, almeno per i primi 5 anni: i contratti hanno infatti una durata minima di 6 mesi e massima di 36 mesi, prevedendo diversi rinnovi fino ad una durata massima di 48 mesi.

Come avviare dunque una start up innovativa? Se si rispettano i requisiti elencati, è sufficiente richiedere l’iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale riservata alle start up innovative. Per potersi iscrivere è necessario aver costituito la società non prima di 60 mesi antecedenti rispetto alla data di presentazione della domanda. Inoltre, a partire dal secondo anno di attività, l’ultimo bilancio non dovrà essere superiore ai 5 milioni di euro.

Una start up innovativa, inoltre, non redistribuisce gli utili e non è stata costituita in seguito a fusione o scissione di altre società pre-esistenti. Per poter godere dei vantaggi fiscali esaminati, inoltre, è necessario che la start up innovativa investi una quota pari ad almeno il 15% in attività di ricerca e sviluppo, oppure in alternativa che la forza lavoro sia in possesso di Laurea Magistrale per una quota di almeno il 66%, o ancora che la società possegga un brevetto relativo ad un prodotto in ambito industriale, biotecnologico o afferente a semiconduttori o una nuova varietà vegetale.

COME E DOVE TROVARE I FINANZIAMENTI PER UNA NUOVA START UP

Una volta effettuata l’iscrizione al Registro delle imprese, è giunto il momento di trovare i finanziamenti per poter gestire nel migliore dei modi la neo-nata start up. Occorre innanzitutto capire e quantificare con esattezza le spese che si dovranno sostenere relative, per esempio a:

  • forniture e materie prime
  • attrezzature, macchinari, software
  • uffici e sedi distaccate
  • spese operative e di marketing
  • impiegati

Come trovare dunque i finanziamenti in modo veloce e immediato? E’ possibile, per iniziare, rivolgersi a parenti ed amici, e in seguito quando si avrà qualcosa in mano, di già rodato e che abbia attirato l’attenzione degli utenti e consumatori finali, si potranno contattare i venture capitalist.

Una buona alternativa risiede, poi, nelle piattaforme di crowdfunding dove è possibile far partire una raccolta fondi per la realizzazione di un prototipo. Infine, ci si può rivolgere alle banche oppure usufruire di aiuti governativi.